
Fiorenzo Zeni è un punto di riferimento per la musica in regione: la sua duttilità stilistica gli ha permesso di entrare in una molteplicità di formazioni, portandovi la propria indole, estroversa e comunicativa. La sua voce strumentale lo rende ben riconoscibile in ogni contesto, con una gamma che va dalla pastosità scura, granulosa del sax tenore alla luminosità tersa del soprano, passando per una quantità ampia di sfumature timbriche ed espressive.
I suoi contributi, presenti in una copiosa serie di registrazioni e collaborazioni, non gli hanno impedito di pensare ai progetti propri, che però Fiorenzo ha sempre lasciato maturare nel tempo, con grande cura: nel 2013 ha pubblicato “Cortometraggio”, il suo primo Cd, e solo ora giunge a questo secondo lavoro personale, frutto di un progetto che per tanti versi si pone agli antipodi, rispetto al precedente.
Allora si trattava in un certo senso di una raccolta di “videoclip”, come lui stesso li ha voluti chiamare, con brani nati in tempi diversi, anche molto lontani tra loro, che nell’insieme narravano una sorta di biografia in musica, fatta di momenti e situazioni differenti. Ne erano coinvolti tanti musicisti, in organici e formazioni variabili in ogni brano.
Questo “Morning Lights” si concentra su una gamma di ispirazione più omogenea, anche se numerose e stimolanti sono le digressioni. Fiorenzo ha voluto assemblare un quartetto stabile, con il pianoforte di Michele Giro, il contrabbasso di Marco Stagni e la batteria di Michele Vurchio. Già nell’organico strumentale si avverte l’intenzione di affidare buona parte della responsabilità melodica e solistica al proprio strumento, in prevalenza il sax tenore. Una scelta audace e impegnativa, che prevede da un lato una focalizzazione stilistica ben chiara, dall’altro necessita di una varietà compositiva in grado di rendere vario e accattivante il fluire della musica. Si tratta pure di una prova per la sezione ritmica, cui è affidato il compito importante, e ben assolto, di aderire alle esigenze del leader, di interagire, di inserirsi con gli assoli, di rendere il tutto compatto e allo stesso tempo movimentato.
Le composizioni di Fiorenzo prendono particolare ispirazione da un periodo aureo del jazz, quello dagli anni Cinquanta ai Sessanta. Ma guardano anche all’attualità. Ecco dunque che compare un riferimento al grande solista e compositore/orchestratore Oliver Nelson, in “Blue Romance”; ecco il calypso, che rimanda a Sonny Rollins, in “Morning Street”; ecco i riferimenti a Coltrane, diffusi in tutto il lavoro, che emergono particolarmente nel solo muscolare di “Blues For Two”. Le belle melodie di “For Giulia” e dell’intensa ballad al soprano “Goodnight Baby” aprono lo spazio a un respiro ampio. Il carattere felpato di “Autumn Imagination” dà modo al tenore di evidenziare sciolte movenze feline. La scansione ritmica e il trattamento armonico di “Substrate” guardano all’attualità, con gusto ed eleganza. Tutto il Cd è da assaporare, da scoprire.
Fiorenzo Zeni is a key figure in the regional music scene: his stylistic versatility has allowed him to join a wide range of ensembles, bringing his outgoing and communicative nature into each one. His instrumental voice makes him easily recognizable in any context, spanning from the dark, grainy warmth of the tenor sax to the clear brightness of the soprano, with a vast array of tonal and expressive nuances in between.
His contributions, featured in a rich series of recordings and collaborations, have not prevented him from pursuing his own projects—though Fiorenzo has always let them mature over time with great care. In 2013, he released Cortometraggio, his first album, and only now presents this second personal work, the result of a project that, in many ways, stands in contrast to the previous one.
Back then, it was, in a sense, a collection of “videoclips,” as he himself described them—pieces composed at different times, sometimes far apart, forming a kind of musical biography filled with varied moments and situations. Many musicians were involved, with different lineups and formations in each track.
Morning Light, on the other hand, focuses on a more cohesive range of inspirations, while still allowing for numerous and stimulating digressions. Fiorenzo chose to assemble a stable quartet, featuring Michele Giro on piano, Marco Stagni on double bass, and Michele Vurchio on drums. Even in the instrumental lineup, one can sense the intention to entrust much of the melodic and soloistic responsibility to his own instrument—primarily the tenor sax. It’s a bold and demanding choice that, on one hand, requires a clear stylistic focus and, on the other, demands a compositional variety capable of keeping the music dynamic and engaging. This also presents a challenge for the rhythm section, which plays a crucial role—one that it fulfills masterfully—by responding to the leader’s needs, interacting, taking on solos, and ensuring the music remains both cohesive and lively.
Fiorenzo’s compositions draw particular inspiration from a golden era of jazz, spanning the 1950s and 1960s, while also looking toward the present. This is evident in the tribute to the great soloist, composer, and orchestrator Oliver Nelson in Blue Romance; in the calypso rhythms reminiscent of Sonny Rollins in Morning Street; and in the pervasive references to Coltrane, which emerge especially in the muscular solo of Blues For Two. The beautiful melodies of For Giulia and the intense soprano ballad Goodnight Baby open up vast musical landscapes, while the hushed character of Autumn Imagination allows the tenor sax to express fluid, feline grace. The rhythmic phrasing and harmonic treatment of Substrate reflect a modern sensibility, executed with taste and elegance.
The entire album is one to savor and explore.
